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NESSUNO MUORE NEL CUORE DI CHI RESTA

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Andrea Spataro è stato un brillante avvocato penalista. Nato a Milano il 26 maggio del 1981, ci ha lasciato il 9 settembre 2017, al termine di una lunga malattia contro cui ha combattuto fino all'ultimo minuto senza mai arrendersi. Aveva 36 anni e, davanti a sé, una promettente carriera iniziata nel 2006 con il conseguimento della laurea cum laude in Procedura Penale all'Università Statale di Milano.

Il primo incarico gli è arrivato proprio da quello stesso mondo accademico in cui ha saputo farsi apprezzare per serietà, capacità di studio e volontà di approfondimento. È stato infatti l'Avvocato Prof. Oreste Dominioni, suo mentore e relatore per la tesi di laurea, a volerlo al suo fianco come assistente di cattedra.

Da sempre appassionato di Diritto penale e Storia del Diritto, dopo l'esperienza universitaria, ha iniziato la carriera forense presso lo Studio legale Isolabella, rimanendovi per circa due anni. La sua crescita professionale è ulteriormente maturata presso lo Studio Scuto - Garello, dove ha esercitato la professione di avvocato fino agli ultimi giorni, facendosi apprezzare per le sue qualità.

Conosciuto e tenuto in grande considerazione da amici e colleghi per il suo altruismo, la sua “fama” è cresciuta, senza che lui se ne rendesse conto ha fatto, già dai tempi degli studi, allorchè era diventato “maestro amanuense” nell' arte degli appunti. Infatti, a partire dagli anni del liceo classico presso l'istituto milanese “Giovanni Berchet”, e con ancor più perizia durante gli studi universitari presso la facoltà di Giurisprudenza della Statale di Milano, gli schemi e i riassunti che, scrivendo a mano, realizzava per prepararsi agli esami erano così precisi e accurati da sostituire i libri di testo. Grazie alla loro diffusione, molti amici ne hanno tratto giovamento : ancora oggi i leggendari “Gli Spataro” – come sono conosciuti tra gli studenti – continuano a circolare sottobanco, contribuendo alla formazione delle generazioni di giuristi di oggi e di domani.  

Che Andrea fosse destinato a intraprendere la carriera forense, non era evidente solo per l’indirizzo degli studi intrapresi, ma anche per gli interessi coltivati nella sfera privata. La sua proverbiale accuratezza nel metodo di ricerca della verità la si può ritrovare nei libri della storica prof.ssa Eva Cantarella, che divorava uno dopo l'altro. La sua invidiabile ossessione per il dettaglio – che lo obbligava a spingersi oltre le apparenze e a non fidarsi mai del tutto del giudizio degli altri, almeno fino a prova contraria – è la stessa che caratterizza Profondo rosso di Dario Argento e Signori, il delitto è servito di Jonathan Lynn, due dei film che più preferiva e che non perdeva occasione di rivedere. 

Persino la sua inconfondibile tendenza al collezionismo, con una particolare predilezione per I Cavalieri dello Zodiaco, altro non era che il riflesso del suo carattere, della sua determinazione professionale nonché il simbolo dei suoi ideali: i Cavalieri che lui amava sono infatti combattenti per il bene del Cosmo e per la pace sulla Terra. Ed era nelle action figures ispirate alla celebre saga giapponese “Anime e Manga”, di cui era tra i massimi esperti a livello internazionale, che si trasfigurava e concretizzava quella ricerca costante della giustizia e quella naturale predisposizione a difendere i deboli, da sempre in cima alla scala dei suoi valori.  

Ed Andrea, con libertà di pensiero, dignità e coerenza, amava la lotta...la lotta come regola di vita, non in senso retorico, ma quella quotidiana e silente per i principi in cui si crede, per il bene, per la solidarietà, per la vita…Ed eroe non è sempre e solo chi per tutto questo combatte e vince, ma anche chi combatte e perde.

Da non dimenticare  è anche l'inclinazione musicale, particolarmente spiccata e versatile, di cui Andrea era dotato : per molti anni, diventandone solista, ha fatto parte del Coro delle Voci Bianche della Scala e del Coro dei Minipolifonici di Milano, entrambi diretti dal Maestro Nicola Conci. Non solo. Cultore e profondo conoscitore della musica elettronica, ha anche vissuto momenti di “celebrità” ai tempi del liceo e dei gruppi studenteschi, quando, insieme ad alcuni fraterni amici, fondò la rock band “Doppio Malto”, di cui fu carismatico vocalist: stupenda la cover del CD prodotto dal gruppo! 

E come non citare, tra le altre sue passioni, la “fede incorruttibile” che ha sempre nutrito per la sua squadra del cuore, la Juventus, una fede che non ha mai tradito?
E’ stato bello che proprio la sua amata “Milano bianco-nera”, cioè la tifoseria juventina che lo conosceva, appena appresa la notizia della sua prematura scomparsa, abbia voluto salutarlo con uno striscione lungo decine di metri, esposto nello stadio torinese della Juve in occasione di un’importante partita, su cui erano scritte parole toccanti ed indimenticabili: “Andrea S., nessuno muore nel cuore di chi resta !!!”.

Nel lasciarci a causa di una rara forma di tumore gastrointestinale (GIST), molto aggressiva, Andrea ci ha donato, oltre agli innumerevoli ricordi che lo riguardano, tante cose belle tra cui le parole che da giovane avvocato ripeteva ai suoi amici e colleghi, parole che dovrebbero essere condivise e “praticate” non solo dai giuristi ma da chiunque intenda guardarsi attorno e capire: «Il Tribunale va vissuto.. e la giustizia non è l'avventura di un giorno!».

Andrea, insomma, ci ha lasciato solo bei ricordi e ci ha protetto da tutto il resto. Questo è  stato il suo grande regalo.

Al fine di onorare la sua persona, la sua memoria e l'abnegazione per il dovere e il senso di giustizia che lo ha sempre contraddistinto, il 24 febbraio 2018 è nata – e da allora opera - l'Associazione Amici di Andrea, il cui atto costitutivo, statuto e finalità di beneficenza sono consultabili in questo sito.

                                                                                             

Gli amici di Andrea

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Caro Andrea, staremo sempre insieme. 
mamma e papà

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Caro Andrea,
porterò sempre con me il ricordo del tuo splendido sorriso e dei tuoi mille ricci neri arruffati.
Eri il mio gigante buono, ci capivamo al volo con uno sguardo.
La tua intelligenza fuori dal comune, la tua grande sensibilità ed ironia facevano di te un raro ascoltatore ed un uomo di parole misurate ma sempre argute.
Mi accompagnerà la tua voglia di vivere, dimostrata con un dignitoso e coraggioso silenzio ed  una stoica resistenza.
Abbiamo sorriso insieme pur affrontando la sorte ingiusta.. il tempo e l’amore a volte sono nemici.
L’amore è esserci fino alla fine e io oggi sento che tu sei sempre con me.

Ale

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Bestfriends

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La mia storia con Andrea va indietro di molti anni. Andavamo entrambi allo stesso asilo e, per non confonderci, tutti avevano iniziato a chiamarci “Andrea 1” (lui) e “Andrea 2” (io). Poteva essere l’inizio di una acerrima rivalità. Fu invece l’inizio di un grande amicizia. Andrea mi conquistò fin da subito. Saranno stati i quattro mesi di differenza di età  (lui di maggio,io d’agosto), non saprei, ma Andrea – Spati – è sempre stato un specie di fratello maggiore per me. Non ricordo un litigio tra noi due. Forse solo quella volta che io volevo un suo soldatino GI-Joe – il ninja “Snake Eyes” – e per convincerlo a fare uno scambio gli avevo detto: “altrimenti non siamo più amici”. A quel punto la resistenza di Andrea cedette e mi diede il GI-Joe, salvando cosi la nostra amicizia. Andrea era il mio “bestfriend” che è un concetto difficile da spiegare. Perché il bestfriend può essere molte cose: la tua fonte d’ispirazione, il tuo eroe, quella persona che, nonostante tutti i cambiamenti della vita, rimane con te e sempre ti accetta per quello che sei, e anzi ti aiuta a diventare una persona migliore. Per me Andrea era tutto questo. Siamo stati in classe insieme dall’ asilo fino a (quasi) il primo ginnasio. Da piccoli abbiamo condiviso moltissime passioni: i pomeriggi alla Besana, i videogiochi, ed anche esperienze oggettivamente difficili come il nuoto dove andavamo entrambi con grande sofferenza –tra i miei ricordi ci sono l’incubo della ginnastica di riscaldamento e la severità degli istruttori – ma che riuscivamo comunque a trasformare in esperienze memorabili: le partite a Ghost’n Goblins al bar della piscina oppure cantando le sigle dei cartoni animati nel dopo-piscina  (ricordo una grande nostra interpretazione di “Ken il guerriero”). Andrea apriva a me un mondo nuovo e stimolante. Ma soprattutto riusciva a contagiarmi con le sue passioni. Un piccolo esempio era il suo amore per lo sport e, in particolare, per il Calcio. Il Calcio per me quasi non esisteva : nessuno guardava le partite a casa mia. Lui invece, grande tifoso della Juventus, lo viveva con una forte emozione tanto che, per imitarlo, anche io sono diventato tifoso della Juventus. E questa passione mi è rimasta fino ad oggi dandomi tante soddisfazioni (pensate a quale sciagura se fosse stato, che ne so, interista) ed anche qualche piccolo problema quando mi sono trasferito a Napoli per il liceo ed ho dovuto gestire la rivalità calcistica di questi ultimi anni. Indimenticabili erano poi le estati passate insieme: le vacanze a Stromboli; la prima volta a Parigi da soli a 18 anni : “semplicemente la mia seconda città” diceva Andrea; la Costa Azzurra da Mira; indimenticabile anche il nostro viaggio “on the road” da Milano a Barcellona in minivan con Alberto, Mira, e Pit, di cui ancora tutti conserviamo la caricatura di noi cinque che un artista di strada ci aveva fatto su La Rambla. Era sempre divertente andare in giro insieme pure se ci volevano le cannonate per farlo alzare la mattina presto. Mi ricordo quella volta che ci trovavamo a Parigi e condividemmo per qualche  giorno un micro-locale nel quartiere Bastille. La sera Andrea diceva che dovevo addormentarmi io per primo per non sentire lui che russava. Poi si metteva gli auricolari dell’iPod (per ascoltare, ne sono certo, canzoni tranquille tipo “Firestarter” dei Prodigy) e si addormentava ad orari impensati. Il giorno dopo io mi alzavo abbastanza presto ed andavo in giro tutta la mattina aspettando che lui mi chiamasse – sempre abbondantemente dopo mezzogiorno – per dirmi che era sveglio e ci potevamo vedere per andare a pranzo insieme. A volte si finiva in posti sperduti anche per colpa della sua ferma volontà di non prendere l’aereo.Come quella volta che siamo andati in treno da Copenaghen, a Stoccolma, e poi a Budapest. E per prendere il traghetto per andare in Polonia ci siamo fermati a Karlskrona un piccolo paesino di abitanti tutti immancabilmente biondi con gli occhi azzurri dove il nostro gruppetto di italiani, scuri, barbuti, e forse neanche troppo puliti (dopo le ore di viaggio) era guardato con massima sorpresa dai locali. Al ritorno da Budapest io ho poi preso l’areo per tornare a Napoli mentre lui  ha proseguito in treno fino a Milano per un totale di oltre 3400 km e non so quante ore di treno.
Crescendo non avrei mai pensato possibile di vivere una fase della mia vita senza di lui; anche quando mi sono trasferito prima a Napoli poi a Bologna e poi ancora più distante negli Stati Uniti; anche quando le vacanze si finiva per farle con le rispettive fidanzate; ed il nostro rapporto non era più quello di due bimbi o ragazzi che crescono e imparano l’uno dall’altro ma era rimasto l’affetto di due persone che hanno condiviso quasi tutto quello che c’era da condividere nella loro prima fase di vita. In un certo senso ho avuto ragione perché Andrea è stato con me in tutte le cose più importanti. È stato testimone di nozze quando mi sono sposato. Ed è stato il primo degli amici a cui ho detto che ci sarebbe stata Emma. Anche se poi, quando è nata, Zio Spati l’ha potuta vedere solo in foto e tramite i pochi messaggi di auguri. Quando sono tornato con Emma in Italia da Boston per la prima volta, anche se era per lui, lui non c’era già più. Ma questa è un’altra storia. Adesso che ripenso ad Andrea ed all’irripetibilità di quei momenti felici insieme non posso fare altro che pensare a quanta fortuna ho avuto a vivere un rapporto cosi speciale e unico che penso chiunque potrebbe dire di aver condiviso con una o due persone al massimo nel corso della vita. Allo stesso tempo, guardando l’affetto della gente che lo conosceva, adesso che non c’è più, mi accorgo che lui è stato capace di essere speciale ed unico per tante altre persone come me. Forse la mia unica fortuna è stata di averlo trovato fin da bambino e di aver avuto un poco più tempo degli altri. Ed adesso che sono un papà non posso che augurare ad Emma di trovare una persona come Spati perché crescere insieme a lui è stata la cosa più bella che mi sia mai capita.                                                                                                                                                                                                                            

Andrea Blasco
 

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